21 Dicembre 2016
Una spugna nanotecnologica per le catastrofi naturali

Una spugna nanotecnologica per le catastrofi naturali
Le catastrofi ecologiche sono uno degli argomenti principali in tema ambientale. Eventi di questo tipo hanno conseguenze disastrose sugli ecosistemi naturali e pertanto la ricerca si pone sempre l’obiettivo di studiare soluzioni all’incuria dell’uomo.
Spesso, a seguito di incidenti navali o industriali, fiumi e mari possono essere compromessi per via dello sversamento di sostanze oleose e gli strumenti in possesso del genere umano non sono in grado di rispondere prontamente a tali situazioni.
La soluzione a questa tipologia di problemi è stata messa a punto da alcuni ricercatori e si basa su una spugna a campi magnetici manovrabili. Nonostante il nome un po’ particolare, tale spugna garantisce la separazione degli oli dall’acqua. Il materiale impiegato nella costruzione è di derivazione nanotecnologica con una particolare attenzione all’economicità e alla possibilità di produrre la spugna anche a livello industriale senza alcun tipo di problema.
Un materiale tra quelli impiegati è la schiuma di poliuretano, un polimero utilizzato normalmente per la costruzione di isolanti termici. Essa viene trattata con nanoparticelle di ossido di ferro e politetrafluoroetilene (Teflon) fino ad acquisire proprietà magnetiche, superidrofobiche e superoleofile.
Il trattamento dona al materiale la capacità di assorbire una quantità di sostanza oleosa fino a tredici volte il suo peso e a livello ambientale è addirittura possibile recuperare l’80% delle nanoparticelle utilizzate nella costruzione della spugna stessa.
Una soluzione molto interessante che potrebbe essere applicata anche a particolari condizioni di depurazione delle acque reflue, soprattutto in quelle attività ove vengono impiegati oli e derivati del petrolio in genere.