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14 Maggio 2018

Depur Padana Acque: l’intervista a Alberto Barison

In questa intervista, Alberto Barison, da oltre 20 anni in ufficio tecnico, ci racconta quali sono i lati positivi di ricoprire una posizione come la sua, quali cambiamenti sono in atto in questi anni, e qual è la sua visione futura per Depur Padana Acque.

Ciao Alberto, prima di tutto, può descrivere il suo ruolo in Depur Padana Acque?
Il mio ruolo è prettamente tecnico: lavoro nell’ufficio tecnico da oltre 20 anni e mi occupo prevalentemente dello sviluppo delle commesse di impianti industriali. Il mio compito va dal momento della chiusura del contratto commerciale, fino alla fine dell’installazione dell’impianto, per poi consegnare il progetto nelle mani del reparto collaudi che si occuperà della messa in servizio. Per tutte quelle commesse dove il processo o la logistica del cliente sono particolarmente complessi, collaboro con il commerciale già dalle fasi di proposta impiantistica iniziale, con la realizzazione di soluzioni dedicate per la realtà specifica del cliente.

Quali sono i lati positivi di occupare una posizione dinamica come la sua?
I lati positivi sono proprio la dinamicità e la necessità di trovare soluzioni sempre diverse. Ho avuto la fortuna di non realizzare mai un impianto uguale a uno precedente. Anche se i processi di depurazione sono molto simili, le soluzioni impiantistiche che vengono scelte, vanno di volta in volta progettate e realizzate per le esigenze specifiche del cliente a cui ci si sta rivolgendo in quel momento.

L’avanzamento tecnologico e la ricerca scientifica negli ultimi anni hanno portato molte evoluzioni in vari settori. Nel settore della depurazione delle acque reflue, cosa trova particolarmente cambiato?
L’aspetto in continua evoluzione è legato alla necessità di riutilizzo delle acque depurate: mentre negli anni passati si depurava l’acqua solamente per essere conformi allo scarico entro i limiti tabellari, ora si ricercano sempre di più soluzioni tecnologiche che permettano di ottenere acque adatte al riutilizzo in diversi sottoservizi dello stabilimento, spingendosi fino al riutilizzo più o meno accentuato anche nelle fasi produttive.

Rimanendo in tema evoluzione/cambiamento, quali sono i materiali più innovativi nel vostro settore e come si sono sviluppati negli ultimi anni?
Anche nel settore della depurazione delle acque, come in molti altri settori, l’innovazione ha coinvolto tutto il mondo delle materie plastiche, che permettono di filtrare le acque. Questi materiali creano gruppi di filtrazione sempre più compatti, selettivi, e sempre meno energivori.

Essendo all’interno dell’azienda da circa 20 anni, come si prospetta secondo lei lo sviluppo di Depur Padana Acque e quali aree pensa possano essere le protagoniste di una prossima evoluzione?
Sicuramente il settore del riutilizzo delle acque di scarico potrà subire un’interessante evoluzione, sia nelle aziende agroalimentari, che in tutti gli altri settori industriali. Un occhio di riguardo va dato anche al settore dei depuratori civili: ormai tanti di questi depuratori sono arrivati al limite della loro capacità idraulica di trattamento, sono datati e vengono applicate tecnologie obsolete. Questi depuratori, anche se ad oggi sono funzionanti, necessitano di aggiornamenti per il carico in ingresso che è notevolmente aumentato negli anni ed è proprio questo che li rende superati e non più idonei al loro scopo.