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2 Novembre 2020

Acque reflue in agricoltura: dalla Finlandia nuovi studi a favore

La possibilità di impiegare acque reflue depurate, per l’irrigazione e la fertilizzazione di aree verdi deputate all’agricoltura, è una conquista sociale sia economica sia ambientale, alla quale molti ricercatori di tutto il mondo lavorano da anni.

Studi recenti presso l’Università Aalto, in Finlandia, per esempio, hanno evidenziato la presenza di elevate quantità di fosforo e azoto nelle acque reflue depurate, che le rendono perfette come fertilizzante per le piante e per le coltivazioni agricole.

I vantaggi sono molteplici, primo fra tutti, la possibilità di ridurre in modo considerevole il consumo globale di acqua, impiegando le risorse idriche migliori ad uso prevalentemente idropotabile, pur continuando a fornire, non solo il giusto apporto idrico alle aree coltivate, ma risparmiando anche sul fertilizzante.

NPHarvest, il nuovo processo nato dagli studi dei ricercatori dell’Università di Aalto, porta all’estrapolazione di una soluzione di solfato di ammonio, liquame di fosforo e calcio, utili come sostanze nutrienti a uso fertilizzante per l’agricoltura.

I ricercatori spiegano che il processo avviene attraverso una prima fase in cui si stimola la coagulazione chimica delle acque reflue tramite polvere di calce. Successivamente, attraverso l’utilizzo di una membrana permeabile ai gas, avviene la separazione dell’azoto sotto forma di ammonio. Da questo processo, inoltre, si possono ricavare altre sostanze chimiche riutilizzabili e polimeri organici come l’amido.

L’NPHarvest, dunque, è una risorsa inestimabile per la circular economy, che permette il riuso delle acque, il risparmio energetico ed economico, e di moderare la richiesta di trattamenti di smaltimento, al fine di risparmiare le scarse risorse idriche che abbiamo a disposizione.