8 Giugno 2018
Acqua pulita con le bucce d’arancia

Utilizzata per spremute, ricette particolari o gustata semplicemente come frutta, chi avrebbe mai pensato che l’arancia (in particolare la sua buccia) potesse depurare l’acqua dal mercurio e altri metalli pesanti? Una scoperta davvero interessante, in cui gli elementi naturali mettono in gioco le sue forze per aiutare gli esseri umani.
La scoperta di un team di ricercatori da tutto il mondo, riuniti in Australia, riguarda proprio la purificazione delle acque reflue con scarti alimentari come le bucce di arancia o di altri agrumi tipo il limone o il pompelmo. La quantità di questi scarti alimentari prodotta si aggira attorno ai 38,2 milioni all’anno; una cifra che può dare enormi possibilità di depurazione delle acque di tutto il mondo. Scopriamo quindi di cosa si tratta e come funziona la depurazione delle acque con le bucce degli agrumi.
L’operazione si suddivide principalmente in due trattamenti. Nel primo trattamento le bucce d’arancia e di altri agrumi vengono trattate in modo da dar loro le proprietà per l’assorbimento dell’acqua, rendendole più porose in superficie. Il secondo trattamento invece permette di rendere selettive le bucce nei confronti del materiale assorbito. Vengono eliminati così i metalli pesanti e le sostanze organiche presenti nell’acqua.
Questi due trattamenti portano alla creazione di un nuovo materiale, nato dalla combinazione tra zolfo e limonene (un idrocarburo presente nella buccia dell’arancia e di altri agrumi), che può essere utilizzato anche nei filtri dell’acqua per la depurazione delle acque reflue. Questo nuovo materiale, che prendere il nome di polisolfuro zolfo-limonene, oltre a essere sostenibile è in grado di competere con il carbone attivo per l’assorbimento dei metalli pesanti che si trovano nell’acqua. Con il polisolfuro zolfo-limonene quasi il 50% del mercurio viene rimosso.
Questo nuovo materiale funge da collante con il mercurio, rimuovendolo dall’acqua, nel momento in cui, il mercurio stesso entra in contatto con il polimero. Si tratta quindi di un nuovo elemento che risulta essere poco costoso e per nulla tossico. La ricerca afferma che, data la produzione di oltre 60 milioni di tonnellate di zolfo ogni anno dagli impianti petroliferi, e di oltre 70 milioni di tonnellate di limonene presente nelle bucce delle arance e altri agrumi scartati da altre aziende, i due elementi principali sono entrambi facilmente reperibili.
Dopo questa scoperta i ricercatori sono pronti a commercializzare la tecnologia, motivo per cui si sono attivati alla ricerca di partner industriali e agenzie per procedere con la bonifica di alcuni territori. È sicuramente una grande scoperta che può rivoluzionare il mondo della depurazione delle acque reflue nei prossimi anni.